Al via il sistema Inps contro gli appalti irregolari
Presentata presso la sede Inps di palazzo Wedekind, in piazza Colonna a Roma, la nuova procedura di “monitoraggio congruità occupazionale negli appalti” (MoCoa) è stata ideata per dotare gli operatori economici di un nuovo strumento per tracciare l’operato delle aziende negli appalti pubblici e privati. Gli obiettivi del nuovo dispositivo sono: favorire i comportamenti virtuosi, scoraggiare pratiche sleali, apportare diversi interventi migliorativi in termini di sicurezza sul lavoro e di lotta al lavoro nero, migliorare le dinamiche di trasparenza degli appalti e tutelare i lavoratori. Ma come funziona il dispositivo MoCoa? Scopriamolo insieme.
Come funziona il sistema MoCoa
Il committente deve registrare la gara d’appalto nel sistema Inps “Mocoa”. La procedura, ideata per essere agile e veloce, prevede l’inserimento di alcuni dati come la durata e la tipologia dell’appalto, il territorio o i territori in cui verrà effettuata la commessa, il valore economico della gara e tutti i nomi degli operatori economici coinvolti comprensivi delle aziende che ricevono la concessione in subappalto.
Il codice identificativo MoCoa
Una volta inserita la “carta d’identità dell’appalto” il sistema genererà un codice identificativo appalto (Cia) e lo invierà tramite pec all’azienda affidataria e alle aziende che ricevono la commessa in subappalto. Una volta ricevuto il codice identificativo le aziende dovranno registrare i lavoratori che prenderanno parte alla commessa, specificando la percentuale mensile di allocazione dei lavoratori. Da qui in poi il sistema lavorerà automaticamente: partirà infatti il confronto dei dati inseriti con le informazioni contenute nel flusso Uniemens, la denuncia obbligatoria inviata mensilmente all’Inps dai datori di lavoro del settore privato quindi, se i dati risultano corretti, l’app genererà il Documento di congruità occupazionale appalti “DoCoa”.
Il commento del presidente dell’Inps
Pasquale Tridico, Presidente Inps, ha ricordato come questo progetto, iniziato a marzo 2020 su proposta del Direttore generale e con la collaborazione di Confindustria ed Enel, “è una delle innumerevoli innovazioni realizzate dall’Istituto. La piattaforma MoCoa consente alle aziende volontariamente di aderire e rintracciare le ditte che hanno partecipato e partecipano ai subappalti. Come per tanti altri nostri progetti, si tratta di una implementazione “bottom up”, scaturito dall’ascolto delle esigenze degli attori del mercato nostre controparti, le aziende,
ed ha precorso i tempi del legislatore.”
MoCoa, un codice unico degli appalti
“Vogliamo inoltre spingere”, ha proseguito Tridico, sulla buona pratica di un codice unico degli appalti, che possa rintracciare le retribuzioni, il fatturato, il volume d’affari anche nei subappalti, ceduti dai diversi committenti della filiera. Questo permetterebbe la verifica della congruità del volume d’affari e delle commesse al fine di contrastare pratiche elusive, che portano a retribuzioni inferiori al dovuto, dumping salariale, evasione fiscale e contributiva. Sono anche queste le innovazioni per migliorare il sistema economico e sociale del Paese.”