PNRR: spesi ad oggi poco meno della metà dei fondi ricevuti

 

Diffusa la IV relazione sullo stato di attuazione del Piano di Ripresa e resilienza. Siamo entrati nella fase operativa

Nella conferenza di giovedì scorso, 22 febbraio 2024, presso la Sala Verde di Palazzo Chigi, il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto ha presentato la IV relazione sullo stato di attuazione del Piano di Ripresa e resilienza.

In una nota diramata da Palazzo Chigi, il ministro “ha illustrato il lavoro svolto dal Governo, nel secondo semestre del 2023, per raggiungere tutti gli obiettivi programmati e per completare, in costruttiva collaborazione con la Commissione europea, il complesso processo di revisione del Piano, con l’integrazione del nuovo Capitolo REPowerEU, con l’implementazione delle riforme e con la rimodulazione di numerose misure strategiche per la crescita economica strutturale dell’Italia”.

Ma a che punto siamo con la realizzazione e la spesa dei fondi del PNRR?

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Innanzitutto, va detto che, anche a fronte delle revisioni dei piani da parte di altri Stati europei, l’Italia rimane il principale beneficiario dei fondi, con un totale di 194,4 miliardi di euro, di cui 71,8 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti. Il nostro Paese è seguito da Spagna (163 miliardi di euro), Francia (41,9 miliardi di euro) e Polonia (59 miliardi di euro).

Proprio per questo l’Italia è al momento anche lo Stato che ha speso di più.

Dei 102,5 miliardi euro arrivati ad oggi dall’UE, ne sono stati spesi 45,65 miliardi, quasi la metà e con il completamento dell’11% degli appalti. Ma di qui al 2026 dovranno essere spesi gli altri 150 miliardi di euro, circa 50 miliardi all’anno. L’Italia sarà in grado di tenere il passo? Il Ministro Fitto ha sottolineato come i primi anni siano stati dedicati maggiormente alla fase progettuale, mentre d’ora in poi si avrà la fase più operativa con l’avvio dei cantieri che prevedono una spesa maggiore.

Restano indietro soprattutto le spese per le opere pubbliche, quantificate in 168 miliardi di euro. Una delle amministrazioni più in ritardo è il Ministero delle Infrastrutture e dei Traporti che deve utilizzare ancora quasi 34 miliardi di euro, contro i poco più dei 6 spesi.

Intanto, si aspetta la valutazione sui risultati raggiunti nel secondo semestre del 2023 legati alla quinta rata da 10,6 miliardi di euro, oltre a un prefinanziamento di 551 milioni di euro legati alla nuova settima Missione REPowerUE.

Per avere l’ok della nuova tranche composta per 3,6 miliardi di euro da sovvenzioni e per gli altri 8,6 miliardi da prestiti (per un totale di 12,2 miliardi a cui togliere 1,6 miliardi di euro di prefinanziamento), l’Italia deve dimostrare di aver centrato tutti e 52 gli obiettivi fissati.

A seguito della revisione del Piano, infatti, i risultati sono scesi dai 69 originariamente previsti. Dei 52 attuali, in particolare, 22 sono traguardi (milestone) e 30 gli obiettivi (target), in prevalenza proprio per l’avanzamento del Piano nella fase attuativa e, quindi, con un peso maggiore assunto dagli obiettivi di natura quantitativa.

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